Stanotte, tra sabato 26 e domenica 27 ottobre, l’Italia passerà dall’ora legale all’ora solare, spostando le lancette degli orologi indietro di un’ora. Alle 3:00, infatti, torneremo alle 2:00, consentendo un’ora di sonno in più. Questo cambiamento segna l’inizio della fase autunnale, con giornate più luminose al mattino ma più brevi alla sera.
Il ritorno all’ora solare: tradizione e utilità
L’adozione dell’ora solare non è solo una tradizione: essa rispetta il ritmo “naturale” della posizione del Sole rispetto alla Terra. Ma se da un lato guadagneremo luce al mattino, dall’altro perderemo un’ora di luce la sera, un fenomeno che continuerà fino al solstizio d’inverno il 21 dicembre. Questa modifica si applica uniformemente in tutti i Paesi dell’Unione Europea, ma non senza polemiche.
Il dibattito in Europa: l’alternanza ora solare/ora legale è ancora necessaria?
Dal 2018, il Parlamento europeo discute l’ipotesi di abolire il cambio stagionale dell’ora, proposta avanzata specialmente dai Paesi scandinavi che evidenziano effetti sul benessere e sui ritmi circadiani dei cittadini. Le argomentazioni si concentrano sull’impatto che questo cambiamento ha sul ciclo sonno-veglia e sulle abitudini quotidiane. L’idea di un “orario unico” però resta in sospeso, poiché non ha ancora ottenuto il via libera definitivo.
Il risparmio energetico: benefici concreti?
Nonostante la discussione sull’eliminazione dell’ora solare, il risparmio energetico resta uno degli argomenti più forti a favore dell’alternanza oraria. Secondo Terna, l’azienda che gestisce la rete elettrica italiana, l’ora legale di quest’anno ha permesso di risparmiare circa 340 milioni di kWh, equivalenti al fabbisogno energetico annuo di 130 famiglie italiane, con un beneficio economico di oltre 75 milioni di euro. Negli ultimi dieci anni, Terna stima un risparmio complessivo di circa 2,2 miliardi di euro, risparmi che molti vedono come un vantaggio irrinunciabile.
Quando tornerà l’ora legale?
Il prossimo cambio di orario avverrà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo 2025, quando si sposteranno le lancette avanti di un’ora, segnando il ritorno alle giornate più lunghe. Anche per allora il dibattito sarà vivo, con diversi Paesi europei chiamati a decidere se continuare o abbandonare l’alternanza oraria