di Christelle D.
Buongiorno Dott. Ravello, grazie per il tempo che ci dedica. Cosa la spinge a candidarsi per il consiglio regionale del Piemonte?
Grazie a voi per l’opportunità! Il mio è un percorso fatto di coerenza e responsabilità all’interno dello scenario politico locale: ho voluto mettermi in gioco per dare voce – così come ribadito dal claim che ho scelto, “La Tua Voce” – a una Comunità di cittadini che ha sempre riconosciuto e premiato questo impegno. Lo faccio senza scorciatoie e senza paracadute, per la strada maestra delle preferenze. Di questi tempi, mi creda, è una bella sfida convincere i cittadini a scrivere un cognome su una scheda elettorale: c’è molta disaffezione e diffidenza ma, grazie prima di tutto all’impegno e al lavoro di Giorgia Meloni, anche molto entusiasmo dinnanzi a competenza, pragmatismo e serietà.
Sanità piemontese: liste d’attesa lunghissime, quale è il suo approccio per affrontare questa sfida?
Quelle sulla Sanità non sono semplici promesse, si tratta di un percorso, già prestabilito e avviato, verso il ritorno all’eccellenza. Una vera e propria rivoluzione: oltre 4,3 miliardi di euro per 11 nuovi ospedali, 4 ampliamenti, 30 ospedali di comunità, 91 case di comunità, 43 centrali territoriali e 13 interventi di adeguamento sismico. Più operatori sanitari: dopo il calo registrato durante il mandato di Chiamparino, al termine di questa legislatura il personale in servizio è cresciuto di oltre 2.000 unità. Non solo: grazie a uno stanziamento straordinario della Regione, pari a 56 milioni di euro l’anno, entro fine 2024 saranno assunti altri 2.000 tra medici e infermieri. Più posti letto: se con Chiamparino il Piemonte aveva perso circa 1.500 posti letto, in questa legislatura sono cresciuti di 1.400 unità. Ulteriori 1.000 arriveranno dall’applicazione del nuovo piano socio-sanitario.
Un quadro che porterà all’erogazione di circa 214.000 prestazioni in più nel solo 2024: insieme alla riforma del Cup regionale, il risultato finale sarà una definitiva normalizzazione delle liste d’attesa.
Parliamo di cultura, quali sono le sue priorità per la Regione Piemonte?
Ogni angolo di Torino e di Piemonte ha un’enorme caratura storico-culturale: si tratta di un patrimonio non solo da conservare e proteggere (anche dall’assuefazione e dall’abitudine, da buoni torinesi…), ma da valorizzare e internazionalizzare. Sulla cultura, la Regione ha investito 150 milioni di euro negli ultimi anni: pensiamo al successo dei grandi eventi, come il Salone del Libro, a realtà primarie come i Musei Reali di Torino, alle residenze reali tra cui Stupinigi, alla Film Commission e ai tanti riconoscimenti UNESCO. Viviamo in un museo a cielo aperto, non bisogna mai disperdere questo valore aggiunto.
Come pensa coinvolgere i giovani nella politica e nella vita civica della regione?
Voglio lanciare un appello e, spero, sfatare un mito: faccio politica da sempre, dai tempi del liceo, e con crescente entusiasmo, proprio per arginare l’antipolitica e dimostrare che la politica va migliorata dall’interno. Abbiamo gruppi giovanili che ogni giorno ci portano nuova energia e una visione, magari alternativa, delle cose e che incarnano la bellezza del movimentismo sano, in contrapposizione alla violenza di antagonisti, anarchici e tutti quei movimenti al di fuori del perimetro costituzionale. Vengono ascoltati, seguiti e gli viene data la possibilità di crescere, muovendo i primi passi negli organi collegiali scolastici, nelle Circoscrizioni e nei Comuni. C’è tanta passione, impegno e senso di appartenenza. Un valore prezioso per i giovani di oggi, provare per credere.
Quali sono gli obiettivi principali che si propone di raggiungere se eletto?
Dico tre cose: natalità, sicurezza e ambiente. Sono temi molto eterogenei e trasversali, ma tutti di indubbia centralità. La crisi demografica è drammatica e non può certo essere risolta con l’immigrazione incontrollata: servono politiche occupazionali concrete, che permettano ai giovani di programmare la propria vita e perseguire i propri obiettivi. Sulla Sicurezza, Torino e provincia registrano dati davvero critici: il governo Meloni ha dato un segnale forte, grazie a 3.300 nuove assunzioni, al rinnovo del Contratto Collettivo e al potenziamento dell’operazione “Strade Sicure”, ma anche a livello locale occorre cambiare marcia. Per quanto riguarda l’ambiente, vorrei dare sempre più slancio e progetti compatibili e improcrastinabili come, ad esempio, un piano invasi: è evidente ormai a tutti l’importanza di trattenere a monte l’acqua, così da regolarne il deflusso e calmierare i rischi di inondazioni e siccità. Non si può più tergiversare, i progetti vanno approvati, finanziati e realizzati.
Come vede il futuro del Piemonte nei prossimi anni e quale ruolo pensa di poter avere in questo futuro? |
Un Piemonte “de-Stellantizzato” e capace di sfruttare al meglio le proprie eccellenze in chiave turistica. Sul primo punto, non si tratta certo di rinnegare un passato strettamente connesso al mondo dell’automotive, ma di emanciparsi industrialmente e di non dipendere più dalle bizze di una famiglia, di un’azienda e di un CEO. E’ bastata l’elettrificazione “spintanea” dei veicoli a mettere in crisi un intero comparto: serve diversificare il rischio, i settori futuribili sono tanti. Capitolo turismo: nel 2019 contribuiva al 7,4% del Pil regionale, nel 2024 arriverà al 10%. Non è un caso, abbiamo un’offerta di respiro internazionale: residenze reali, parchi ed enogastronomia non hanno nulla da invidiare ai circuiti più blasonati. E’ un comparto con grandi potenzialità di crescita |
Come giudica l’operato dell’attuale giunta regionale? |
Il giudizio è assolutamente positivo. Non dobbiamo mai dimenticare che la giunta Cirio ha dovuto affrontare la pandemia e i suoi effetti sia a livello sociale che economico. Ciononostante il Piemonte è in buona salute: gli ultimi dati confermano una crescita dell’economia superiore alla media nazionale ed europea, il tasso di disoccupazione è calato al 6,9%, il debito è stato ridotto di oltre 2 miliardi di euro e la nostra regione è stata inserita tra le 6 aree europee più attrattive in ordine agli investimenti. E’ stato fatto un ottimo lavoro. |
Quali sono le sue proposte per migliorare i trasporti pubblici e la mobilità sostenibile in Piemonte? |
Sul tema è in atto uno sforzo straordinario: penso all’acquisto di 70 nuovi treni per una spesa totale di oltre 500 milioni di euro, al bonus TPL da 24 milioni per andare incontro ai possessori di auto fino ad euro 5 e, soprattutto, alle grandi infrastrutture, come il prolungamento della linea 1 delle Metropolitana fino a Rivoli e la realizzazione della linea 2 tra Pescarito e Orbassano sull’asse nord-sud della città. Senza dimenticare la TAV, che permetterà di ridurre sensibilmente il trasporto su gomma e il relativo impatto ambientale. Occorre proseguire e accelerare, nella convinzione che sia l’ambientalismo del fare a condurci verso la sostenibilità. |
Come pensa che la sua esperienza personale possa aiutarla a comprendere meglio le esigenze dei cittadini piemontesi?
Potrei citare la “gavetta” politica, tra Circoscrizione e Comune di Torino, o l’esperienza maturata in Regione, come Assessore all’Ambiente prima e come componente dello staff di Presidenza poi. Voglio però rivendicare, con orgoglio, lo storico percorso all’interno di una Comunità locale, fatta di uomini e di donne con la passione per la Politica (quella con la “P” maiuscola), che si muove nel perimetro d’azione dei Conservatori Europei: è questo il segreto per comprendere (e soddisfare) le esigenze dei cittadini, non perdere mai il contatto con le proprie radici culturali e valoriali.
Grazie e, in bocca al lupo!