Da qualche anno l’industria del tabacco ha introdotto sul mercato nuovi prodotti, le sigarette elettroniche, che contengono liquidi con contenuti variabili di nicotina insieme a sostanze profumate, e le sigarette a tabacco riscaldato, che usano microsigarette, appunto, riscaldate per estrarre la nicotina. L’industria del tabacco pretende in questo modo di combattere il fumo ma i prodotti “senza fumo” non sono affatto innocui. Anzitutto contengono nicotina, che determina la stessa dipendenza di quella delle sigarette tradizionali. Inoltre contengono altre sostanze, alcune delle quali non ancora studiate.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) si è pronunciato a più riprese, bocciando la sigaretta elettronica senza appello: la nicotina presente nelle soluzioni che si svapano (neologismo coniato per la sigaretta elettronica) non fa bene alla salute e contribuisce a mantenere una forte dipendenza.
Il liquido che viene vaporizzato dalla sigaretta elettronica è composto da una miscela di acqua, glicol propilenico, glicerina vegetale, percentuali variabili di nicotina e diversi aromi. Il forte aumento dell’utilizzo della sigaretta elettronica negli ultimi anni ha dato impulso a numerosi studi e ricerche per valutare, sulla base delle evidenze scientifiche, la loro sicurezza ed efficacia per la lotta al tabagismo. Le attuali conoscenze sembrerebbero porre più dubbi che certezze. L’efficacia delle sigarette elettroniche nella cessazione dal fumo di tabacco, a oggi, è limitata all’uso clinico. Inoltre, le conoscenze attuali non permettono di determinare se gli effetti nocivi della sigaretta elettronica sull’apparato respiratorio siano inferiori a quelli causati dalla sigaretta tradizionale.
FONTE: Regione Piemonte