L’ipertensione arteriosa è una condizione in cui la pressione all’interno delle arterie del corpo è elevata rispetto al normale. Questo comporta, con il tempo, un danno progressivo a livello delle arterie.
L’ipertensione arteriosa è fra i principali fattori di rischio per morbilità e mortalità cardiovascolare a livello mondiale. Spesso viene definita come “killer silenzioso” in quanto, all’inizio della patologia non si avverte nessun sintomo. Con il passare del tempo l’ipertensione determina un danno progressivo delle arterie, fino a sfociare in un evento acuto, che, a seconda del distretto corporeo colpito, può determinare infarto cardiaco, ischemia o emorragia cerebrale, insufficienza renale o retinopatia. Essendo una patologia silenziosa e subdola la nostra unica arma è la PREVENZIONE. Cioè cercare di identificarla il più rapidamente possibile, così da poterla trattare ed evitare complicanze.
Per non rendere la discussione troppo noiosa cerco di rispondere ad una serie di domande esplicative:
1_ Come facciamo a identificarla precocemente? Dai 30-35 anni di età in poi bisognerebbe eseguire misurazioni della pressione arteriosa periodiche, ad es. una volta l’anno. Questo vale soprattutto per coloro che hanno già una familiarità per ipertensione arteriosa.
2_ Quando si parla di ipertensione arteriosa? Quando la pressione sistolica (detta anche Massima) è superiore a 140 mmhg e/o la pressione diastolica (detta anche Minima) è superiore a 90 mmhg.
Le linee guida raccomandano che la pressione arteriosa sia classificata in base ai valori riscontrati come si vede qui sotto in tabella.
Nei prossimi post approfondiremo l’argomento.