Questo tipo di pizza si gusta infatti solo a Torino, e più di quaranta anni fa, era l’unica pizza che si poteva mangiare in città. Ma chi l’ ha inventata? L’ origine è incerta. Si dice che un pizzaiolo torinese, previdente e volendo portarsi avanti con il lavoro, la sera precedente cominciava a mettere in una teglia la sfoglia con un po’ di pomodoro…così per accellerare i tempi di produzione. In molti lo copiarono e nacque la pizza ala tegamino “alla torinese”.
Poi attorno agli anni ’80-90 hanno cominciato a esserci le prime pizzerie che facevano la napoletana, sottile, croccante, e la povera pizza al padellino di Torino fu relegata a prodotto di second’ordine.
Mentre la napoletana è larga, sottile e soffice, quella al padellino è piccolina, alta e croccante. Una sorta di pizza in teglia ma cotta in singoli padellini monoporzione, del diametro di circa 20 cm l’uno. E con un impasto morbido e consistente.
Da qualche anno si è ricominciato a promuovere i prodotti locali, e ora a Torino è tutto un fiorire di pizzerie al padellino, “la vera” pizza di Torino.
L’ elemento fondamentale è il padellino. O tegamino, che dir si voglia. L”impasto della pizza al padellino, già lievitato una prima volta, viene steso nei padellini e coperto solo con il pomodoro. I tegamini quindi con queste basi stese, vengono messi in un luogo fresco per diverse altre ore (un periodo di tempo di 12 o 24 ore, a seconda delle pizzerie), solo quando il cliente ordina la sua pizza, viene tirato fuori con la base di pasta e il pomodoro, farcito con mozzarella e condimenti vari, e messo a cuocere nel forno, con padellino e tutto, e non direttamente sulla base del forno come avviene per la pizza al mattone. E quindi, capite, che il padellino è di fondamentale importanza, per questo tipo di pizza .
Attenzione: non una teglia, ma un padellino individuale, per una pizza singola. Piccolo, 20 cm di diametro. Di ferro, o di alluminio bruciato da tante cotture? Il ferro conduce diversamente il calore, e fa formare una base croccante e brunita, mentre l’alluminio consente una temperatura più regolare e una cottura più dolce.